logo pietramelara
Seguici su facebookgoogle

Processo verbale della riunione tenutasi in data 07.10.2023

Alle ore 11,30 previa convocazione (prot. 7395 del 27.09.2023) a firma del Sindaco Pasquale Di Fruscio si aprono i lavori ad oggetto “il borgo antico di Pietramelara – idee e prospettive”.

Sono presenti tutti i consiglieri comunali e un numeroso pubblico.

Il Sindaco premette che la riunione è indetta ai sensi dell’art 34 comma 3 lett. a) e 35 comma 4 lett. b) dello statuto quale assemblea consultiva e trova applicazione per il funzionamento dell’assemblea l’art. 22 del regolamento.

Introduce l’argomento il Sindaco ed espone alla assemblea, in conformità allo Statuto

LA RELAZIONE GENERALE

L’oggetto della riunione “Borgo Antico – prospettive di recupero” è correllato alla più ampia problematica dello spopolamento dei centri minori e delle aree interne ed abbraccia in maniera trasversale più ambiti e discipline; la problematica attiene infatti a differenti problemi di natura sociologica, urbanistica, economica e giuridica.

Come si rileva dalle risultanze dello studio tenutosi nell’anno 2018, in più giornate, nella sede del Palazzo Ducale, la questione oggi in discussione riguarda purtroppo la generalità dei piccoli comuni italiani.

Il territorio italiano ha - tra le sue peculiarità - quella di essere costellato da un numero altissimo di piccoli borghi che, dal secondo dopoguerra hanno subito un fenomeno esponenziale di generale spopolamento e, come ulteriore e deteriore effetto collaterale, sono scomparsi in essi la gran parte dei mestieri legati all’artigianato.

I numeri del rapporto dell’osservatorio nazionale sono impietosi:

su circa 8000 comuni italiani 5.838 sono censiti e classificati come “paesi abbandonati”. In termini percentuali i comuni abbandonati rappresentano il 72% dei comuni italiani per una superficie territoriale di circa centomila chilometri quadrati.

Dei 5838 cd «paesi fantasma», 2831 sono i comuni indicati come borghi già “scomparsi” e cioè centri storici che di fatto si sono estinti dal dopoguerra ad oggi.

Agli alti livelli di spopolamento corrisponde anche una fragilità demografica ovvero il numero delle persone che vivono stabilmente nei comuni delle aree interne non solo si è ridotto progressivamente ma l’indice di vecchiaia è divenuto molto superiore alla media nazionale.

Conseguenza dell’aumento della popolazione anziana in generale e la diminuzione di quella giovanile è di aggravamento dello squilibrio ed in prospettiva questa condizione rischia di minare la sostenibilità stessa della condizione sociale ed economica dell’intero Paese.

Su base territoriale la problematica interessa prevalentemente il Centro-Sud e le zone appenniniche con il picco di abbandoni totali in Basilicata dove già risultano ben 97 centri estinti. Fenomeni gravi si registrano nelle parti montuose della Sicilia e della Sardegna, nelle Marche e in Toscana e su tutto l’arco dell’Appennino Meridionale, dall’Abruzzo alla Calabria ed in particolare in Campania e Molise.

La morfologia di questi luoghi è ricorrente ed è identica a quella del nostro borgo di origine:

si tratta di centri piccoli nati adattandosi alla superficie limitata di suolo utile e che avevano in origine una densità abitativa molto alta.

Le strade sono strette per le primarie ragioni legate alla funzione di difesa del centro con spazi appena sufficienti a lasciare passare i carri o i cavalli solitamente in salita, circondati da mura e dotati di pochi accessi.

Avendo funzione di avvistamento da cui si presidiava il territorio e di difesa in caso di attacchi, la tipologia di organizzazione degli spazi era studiata allo scopo di rendere sempre più difficoltoso l’accesso man mano che ci si avvicinasse alla torre, ultimo baluardo di difesa. Si tratta dunque di comparti che, rispetto alle esigenze abitative moderne, si presentano sostanzialmente "inospitali". 

Le caratteristiche del nostro borgo sono sovrapponibili a quelle indicate nel rapporto dell’osservatorio sul fenomeno citato con la peculiarità che il borgo di Pietramelara è meglio tenuto, è parzialmente abitato, è servito da tutti i servizi a rete (illuminazione, gas metano, rete idrica, telefonica e fognaria) e solo alcune aree sono inaccessibili.

Si invoca da anni, come è noto, da più parti, e senza una base realistica “l’intervento massiccio di fondi europei, statali, regionali di università e soprintendenza e quant’altro” (qui ripetendo e condividendo la nota a firma dell’avv. Domenico Caiazza che ha fatto pervenire una proposta per conto del Centro Studi sul Medioevo di Terra di lavoro).

Attendere una manna dal cielo per operare interventi necessari sulla parte privata del borgo che è quella che versa nelle condizioni deteriori significa condannare irreversibilmente il Borgo: ancora ripetendo le condivisibili espressioni utilizzate dall’avvocato Caiazza infatti si registrano “proprietari divisi tra l’irrealistica speranza di vendere le loro abitazioni a caro prezzo (dopo averle lasciate decadere senza investire su esse un centesimo) e la messianica attesa di interventi altrui, le hanno trascurate tanto che talora rappresentano un pericolo”.

A fronte del disinteresse generalizzato dei privati va invece ascritto al merito di tutte le amministrazioni che si sono succedute alla guida del Comune l’impegno, nel tempo e con grande perseveranza di tutelare, preservare ed arrichhire gli spazi pubblici del borgo mediante una difficile opera rivolta a garantire il mantenimento, che fino ad oggi si è ottenuto, di tutti i servizi a rete compresi i servizi di igiene urbana. Naturalmente le amministrazioni nulla hanno potuto fare rispetto al problema principale che è e resta costituito essenzialmente dall’abbandono delle abitazioni private e dall'inevitabile deterioramento.

Infatti mentre sul piano delle esecuzioni a mano pubblica vi sono stati interventi diversi ed alcuni molto articolati, sia pure in maniera non sempre coerente ed armonica (e le critiche sono state rivolte soprattutto sulla tipologia di illuminazione) poche sono state le risorse impegnate dai proprietari a tutela dei loro compendi immobiliari. 

Progetti di riqualificazione sono stati presentati per salvaguardare, migliorare ed arricchire gli spazi ed aree pubbliche nel borgo e merita di essere segnalato in proposito il progetto che venne approvato dalla Giunta del Comune nell’anno 2003 (Sindaco Di Fruscio) presentato alla Regione Campania e da questa finanziato: il progetto venne redatto da un raggruppamento di professionisti locali incaricati con delibera del 29.07.2003 nell’ambito del Piano sociale del Por Campania.  Gli interventi di riqualificazione e recupero del centro storico vennero peraltro eseguiti in collaborazione con la facoltà di architettura dell’università Federico II° e riguardarono le aree pubbliche del borgo. Nel gruppo di professionisti locali va ricordato, anche per l’impegno e la passione, il lavoro dei compianti arch. Marco Nunzio della Torre e arch. Costantino Marsocci.

Precedeva l’esecuzione degli interventi di rifacimento e sistemazione delle reti e sottoservizi, dell’arredo urbano e della pubblica illuminazione un convegno tenutosi il 18 giugno 2003 le cui conclusioni vennero affidate all’allora assessore Regionale al Turismo On. Marco di Lello.  

Nel difficile contesto di intervento, giova ancora ribadire che tutte le amministrazioni hanno svolto opere di tutela e salvaguardia della parte pubblica del borgo, come l’amministrazione del Sindaco Peluso che eseguì l’intervento di recupero del bene pubblico dell’ex asilo.

All’amministrazione Di Fruscio è riconducibile l’acquisizione di una torretta in via Sottotorre mediante usucapione, la riqualificazione dell’area di Via Matese per realizzare il “teatrino degli archi”, le opere per ristrutturare e arredare la parte interna della “torre normanna”.

Venendo ai giorni nostri va ricordato che nell’anno 2018 insediatasi la nuova amministrazione Di Fruscio si avviava un nuovo percorso di studio tra Università, ordini professionali ed altre regioni d’Italia con il coordinamento affidato all’arch. Angela Bonafiglia.

Le risultanze dello studio e del convegno sono state trasferite nella delibera n. 35 del 19.07.2022 assunta dalla Giunta con cui è stato approvato il programma strategico denominato “nuova vita al centro storico di Pietramelara”. Punto di partenza della pianificazione è anzitutto costituito da una valutazione non atomistica del nucleo centrale abitativo del borgo: non bisogna considerare il Borgo una monade di parte storica, dovendosi inglobare nel programma l’intero centro abitativo primario del Comune nel comparto della “zona A del vecchio PRG” (comprendente Via Roma, Piazza Sant’Agostino, Via Matese, Piazza San Rocco ecc.) per pianificare e procedere mediante un recupero funzionale che “parta dal basso” con al centro il Palazzo monumentale più prestigioso di Via Roma, “Paternò – Caracciolo” i cui lavori di restituzione, su progetto dell’amministrazione Di Fruscio sono stati finanziati per un milione di euro dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e sono in via di ultimazione.

La strategia di intervento è indicata nella delibera citata ed in parte sono stati già realizzati, come i due parcheggi a ridosso del centro storico, una nuova piazza denominata al compianto don Roberto Mitrano, un nuovo sistema di regolazione del traffico veicolare mediante ZTL, il progetto “Case a 1 euro” ecc.

Sono stati presentati inoltre già approvati altri progetti in attesa di finanziamento per l’efficientamento energetico del borgo e per il rifacimento della pubblica illuminazione (Delibera di Giunta del 2023) e si darà corso alle opere su Via E. Leone per l’abbattimento di barriere architettoniche e nuova illuminazione in dialogo architettonico con il Palazzo Ducale in via di completamento. Siamo in graduatoria per il finanziamento con riguardo al progetto di rigenerazione urbana PNRR (insieme a Vairano Patenora e Presenzano) ed siamo candidati a finanziamento per il recupero e rigenerazione del primo anello del borgo nel sistema di recupero di cui alla legge 158/2017.

L’amministrazione ha ritenuto inoltre di programmare eventi ed altri interventi sugli spazi pubblici del borgo secondo una divisione per comparti del territorio del borgo prendendo atto che ci sono spazi che sono completamente in disuso ed altri che si presentano invece pienamente accessibili e in discrete condizioni.

Le misure di contrasto all’abbandono anche mediante eventuale acquisizione di immobili in stato di abbandono e di degrado nel piano “Case a 1 euro” che ha dato una notevole visibilità a Pietramelara si scontrano con la “polverizzazione della proprietà” e con la difficoltà di interlocuzione con soggetti potenziali cedenti. In sostanza vi è una perdita di riferimenti per effetto di varie successioni come riscontrato dal gruppo di tecnici locali che ha lavorato sul censimento immobiliare. 

La criticità di fondo resta, appunto, il comparto abitativo privato in stato di abbandono rispetto al quale l’amministrazione comunale ha purtroppo dei poteri di intervento assolutamente limitati.

Tanto è stato approfonditamente dibattuto anche in un recente studio, di notevole livello scientifico presentato al Consiglio di Stato dal dr. Gianpiero Paolo Cirillo, Presidente di Sezione del Consiglio di Stato e  pubblicato il 29 marzo 2023 nel quale si espongono sul piano giuridico i limiti normativi e legali che si frappongono ad ogni intervento di recupero e riqualificazione dei borghi; anzitutto la mancata attribuzione di poteri da una normativa che consenta alla mano pubblica di agire nel comparto delle abitazioni e nelle aree private abbandonate che restano oggi garantite dal pieno dominio privatistico su cui, dunque, non è ammesso l’intervento pubblico. A legislazione vigente nelle abitazioni e nelle pertinenze può e deve operare esclusivamente il soggetto privato.

La critica dei giuristi esperti è infatti stata estesa anche alla legislazione più importante in materia ovvero la legge “piccoli comuni” o “salva borghi” (L. n. 158/2017 primo firmatario on. Ermete Realacci) che non ha affrontato adeguatamente questa problematica e non ha assegnato poteri di intervento diretto dei Comuni sulle aree di pertinenza di privati inserite all’interno dei borghi. Con il PNRR l’approccio è rimasto identico e si è puntato prevalentemente sull’intervento dei privati, mediante incentivi e altre risorse, per sviluppare nei borghi nuove iniziative imprenditoriali e creare, per detta via, occupazione senza tuttavia consentire alcuno spazio di intervento delle comunità locali se non per la rigenerazione urbana in aree pubbliche.

A fugare eventuali dubbi sembra utile ricapitolare sul piano normativo i limiti di intervento da parte del Comune in relazione alla questione nodale del recupero costituita dalla parte abitativa privata.

a)   Non è ammesso l’acquisizione mediante esproprio: il dpr 327/01 consente l’esproprio solo per l'esecuzione di opere pubbliche o di pubblica utilità di pubblica utilità (art 1) il Comune può espropriare solo le aree inedificate mentre l’'edificio in se non è soggetto ad esproprio e può essere espropriato solo se ad esso è incorporata un'area libera ed inserita in un piano particolareggiato (art. 7 del DPR 380/01) e sempre per realizzare opere pubbliche.

b)   L’art 31 del dpr 380/01 consente l’acquisizione a patrimonio comunale in seguito alla inottemperanza della demolizione per opere realizzate abusivamente. Nei borghi trattasi di immobili edificati prima ancora della legge urbanistica e dunque legittimamente.

c)   Sul punto non bisogna fare confusione neppure con riguardo all’ordinanza che intima la messa in sicurezza a cui non è collegato l’effetto acquisitivo al patrimonio pubblico.

d)   Anche l’effetto deterrente rispetto alla condotta dei privati è limitato perché le norme che impongono ai privati di salvaguardare la proprietà privata comportano sanzioni abbastanza lievi: l’art 677 del c.p. impone al proprietario di un edificio o di una costruzione che minacci rovina a provvedere ai lavori necessari per rimuovere il pericolo e la violazione è punita con la sanzione amministrativa pecuniaria da euro 154 a euro 929. All’ordinanza che impone l’eliminazione del pericolo va ancora ribadito non segue l’acquisizione al patrimonio Comunale che resta prevista solo per l’immobile realizzato abusivamente (art. 31 del d.p.r. 380/01).

Va dunque ribadito che una proprietà, anche se abbandonata da tempo immemorabile, non può mai considerarsi proprietà di nessuno, nel senso che essa non consente al Comune interventi sostitutivi atteso che se il Comune o chiunque altro al di fuori del proprietario intervenisse anche per migliorare l’immobile, ai sensi dell’art. 614 e 633 del c.p. incorrerebbe in una fattispecie di reato punita con reclusione fino a 3 anni.

Il Comune nei limiti sopra descritti ha tuttavia fatto quanto era nel suo potere ovvero:

  • eseguito ordini per interventi di messa in sicurezza a diversi proprietari cui ha fatto seguito denuncia;
  • sistemato spazi pubblici danneggiati da abitazioni private, eliminato alberi che prospettavano da giardini privati ecc.;  
  • precluso la circolazione in alcuni spazi particolarmente pericolosi a causa della precarietà delle abitazioni abbandonate.

Per quanto esposto si fa appello ai proprietari di abitazioni del borgo, specie quelli che hanno possibilità economiche di intervenire, di eseguire le opere di recupero nel rispetto di un dovere non solo giuridico ma anche morale: solo l’investimento da parte dei cittadini può incentivare investimenti esterni capaci di recuperare a funzionalità i beni privati.

A questo punto il Sindaco previa prenotazione degli interventi, cede la parola a coloro che hanno presentato proposte scritte nel seguente ordine:

Avv. Francesco Bucciero;

Rag. Andrea De Ponte;

Dott. Carmelo Mitrano;

Sig. Gino Russo;

Prof. Gioconda Solferino

Intervengono infine

Il Dr. Zarone Giovanni che dà lettura della proposta del Prof. Giuseppe Peluso;

La Dr.ssa Senese Maria Teresa che illustra nel dettaglio l’iniziativa “Case a 1 Euro”;

il Prof. Giovanni De Robbio il quale evidenzia la massima attenzione dell’amministrazione sulla tematica e stigmatizza ipotesi fantasiose e la posizione di coloro che si limitano a discutere ma non sviluppano proposte costruttive.

Gli interventi si pubblicano in uno al presente verbale.

Il Sindaco conclude assumendo l’impegno per l’amministrazione a proseguire l’attuazione dei programmi contenuti nella delibera n. 35 del 2022.

Fa riserva di sottoporre a valutazione degli organi tecnici del Comune e della giunta le altre proposte pervenute.

Alle ore 13,45 la seduta viene dichiarata chiusa.

    F.to Il Sindaco

Avv. Pasquale Di Fruscio

Sezione Avvisi- Albo Pretorio-

 

EasyCookieInfo