Chiesa di San Rocco
Ricostruito negli ultimi decenni del secolo scorso ed inaugurato il 14 dicembre del 1901, l’edificio chiesastico dedicato a San Rocco è costituito da un'unica navata di forma rettangolare con soffitto a cassettoni,
un vano coperto da cupola e poi un’abside, dove è situato l’altare maggiore.
Lungo i lati maggiori della navata sono posizionate due cappelle mentre il campanile è situato a destra della facciata.
Le poche notizie storiche non ci permettono di ricostruire con certezza le varie fasi edilizie che interessarono la chiesa.
L’attuale edificio chiesastico è il frutto di numerosi rifacimenti; è probabile che in origine si trattasse di una piccola cappella di forma rettangolare con copertura a botte posta a sinistra dell’odierna navata pertanto è possibile datare la fondazione della dell’edificio ai primi del XVI secolo.
Dalle fonti storiche estrapoliamo che nel 1545 la chiesa era ancora in fase di ristrutturazione in quanto in quell’anno era prevista, come pena per i bestemmiatori, il pagamento di una somma utile all’edificazione del luogo di culto.
La seconda attestazione della chiesa risale al 1546. A tal proposito è possibile affermare che la datazione dell’edificio al 1578, consacrata già in una epigrafe del 1819 ed in quella esistente oggi a destra della porta di ingresso, debba riferirsi ad un rifacimento o ad un ampliamento dell’edificio. All’età barocca, probabilmente, risale un soffitto a cassettoni ed una cupola.
L’edificio venne abbellito nel 1726, anno in cui venne costruito l’altare maggiore e la balaustra. Nella metà del 1700 fu arricchita con i quadri ancora oggi presenti e furono sostituite le campane. Nel 1793 la chiesa fu eretta a Collegiata mentre nel 1799 venne ricostruita la cupola ed aggiunta l’abside. Dal 1815 al 1819 l’edificio fu interessato da lavori di ristrutturazione e nel 1828 fu ricostruito il pavimento. Nel 1834 fu restaurato il campanile mentre nel 1836 l’altare maggiore dalla cupola fu spostato nell’abside. Chiuso per lavori di ristrutturazione l’edificio fu riaperto al culto nel 1861. Il 13 novembre del 1878 la chiesa fu abbandonata a seguito del crollo di parte della volta, i lavori di restauro iniziati nel 1889 terminarono alla fine del secolo. Le cappelle, le pareti dell’abside e la cupola furono affrescate dal Maestro V. Galoppi, fu rifatto il pavimento marmoreo e abolita la cripta. Nel 1949 fu sostituito il quadro nel soffitto raffigurante San Rocco con quello attuale realizzato da Mario Barberis.
La chiesa a seguito del terremoto del 23 novembre del 1980 fu dichiarata inagibile e chiusa al culto. Grandioso è anche il portale d’ingresso realizzato nel secondo dopoguerra con la tecnica del basso rilievo. In alto al centro sono raffigurati Angeli e Cherubini, a sinistra san Rocco ed a destra sant’Antonio da Padova. I quattro evangelisti ed i profeti maggiori sono rappresentato nel secondo ordine.
La chiesa madre di san Rocco conserva, al suo interno, un grandioso organo datato al 1755-1758 che andò a sostituire quello già esistente. Dalle fonti apprendiamo che il costo fu di 400 ducati finanziati da P. Enrico Rossi (economo della chiesa) e poi rimborsati dall’Università che per far fronte alla spesa deliberò un’apposita imposta. Nel 1876, a causa delle cattive condizioni in cui versava, fu rifatto da un certo Abate di Napoli. Seppur non colpito dal crollo della navata del 13 novembre 1878 l’organo fu distrutto e ricostruito nel 1901 dall’organaro Inzoli. Del vecchio organo si conservano solo dodici canne lignee di 16 piedi che non sono del tipo Inzoli. L’organo a trasmissione meccanica e costituito da due tastiere ed è racchiuso in una cassa lignea e collocato sopra il portale principale d’ingresso. Allo stato attuale è costituito da 1087 canne sonore di cui sedici finte e novantanove lignee.
La facciata gotica originaria dell’edificio chiesastico è andata distrutta o inglobata nel rifacimento del 1901. Il campanile, in origine, terminava con una cuspide sostituita poi con una cupola anch’essa distrutta.
La chiesa inoltre conserva importanti opere d’arte : nell’abside una visitazione attribuita a Domenico Antonio Vaccaro (uno dei maggiori esponenti del’ 700 napoletano) ; sulle pareti vi sono tempere di V. Galloppi datate al 1901 (Natività, Deposizione, Resurrezione della figlia di Giairo ed il Perdono dell’adultera). Sul soffitto vi è San Rocco in Gloria di Mario Barberis datato al 1948; sull’arco trionfale S. Paolo e Pietro. Sui fianchi della navata sono raffigurati: in alto i Santi fondatori di ordini religiosi mentre in basso San Nicola, San Biagio, San Martino e San Donato.