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Monte Maggiore - Sentieri e Aree Attrezzate

Monte Maggiore è una delle poche zone rimaste selvagge in Provincia di Caserta. Spettacolare è la lunga cresta che, come una “terrazza” sulla valle del Fiume Volturno, si snoda tra creste ed altipiani per oltre dieci chilometri, e che va dalle cime sopra Riardo fino a quelle che discendono a sud sopra i paesi di Liberi e Dragoni.

 

 Sotto la cresta si estende la lunga immacolata pendice settentrionale della montagna, densa di boschi ed incisa da valloni, valloncelli e dirupi che ne fanno uno degli scenari paesaggistici più belli godibili dai viaggiatori che si dirigono a sud seguendo l’Autostrada del Sole.

Lungo la cresta si ergono il Pizzo di S. Salvatore (1023 m s.l.m.), il Pizzo di Madama Marta (963 m s.l.m.) e il Monte Cesare (742 m s.l.m.).

Per la posizione geografica della montagna è interessante il suo aspetto floristico, seppure in gran parte ancora da studiare, caratterizzato da elementi sia di clima submontano sia di clima prettamente mediterraneo; emblematica sono la presenza del Faggio (una bella foresta d’alto fusto che vi vegeta ad una quota insolita per la specie e addirittura a soli 25 Km in linea d’aria dalla costa tirrenica), e del Leccio, a rappresentare le due opposte situazioni fitoclimatiche.

Ad esclusione dei popolamenti di Faggio e di Leccio, i boschi sono costituiti da una grande prevalenza di Carpino nero, parte a ceduo e parte in fase di invecchiamento ed ormai avviato naturalmente all’alto fusto; altre specie forestali presenti sono l’Orniello, il Cerro, la Roverella, l’Acero opalo, il Castagno, l’Olmo, il Carpino bianco ed il Tiglio.

Nei boschi più invecchiati queste specie sono presenti con esemplari di notevoli dimensioni ed altezze (specie il Tiglio, l’Olmo, il Carpino bianco ed il Faggio).

 Alle quote più basse sono anche presenti estesi popolamenti di Carpinella. Specie forestali di grande interesse quali il Falso Pistacchio o Bossolo (Staphylea pinnata) e l’Acero di Lobeli (Acer lobelii) sono state scoperte in più luoghi dei valloni più incassati. Tra le specie interessanti della macchia mediterranea o di praterie aride si hanno: il Corbezzolo, l’Erica da scope (tra le poche segnalazioni della Campania), il Lauro tino (Viburnum tinus) ed il raro Cisto a foglie sessili (Cistus albidus).

Pregevole è anche l’aspetto faunistico, per la presenza di diverse specie rare, quali il Gatto selvatico, il Corvo imperiale, l’Astore ed il Falco pellegrino.

Potrebbero inoltre essere presenti anche il Lanario, l’Istrice, il Capriolo, il Lupo e la Testuggine comune. Tra le caratteristiche ambientali di questa montagna c’è inoltre quella di essere il bacino di raccolta e mantenimento della falda acquifera dalla quale poi, più ad occidente, sull’altro versante della montagna, sgorgano le famose ed antiche sorgenti idrominerali note come “Ferrarelle”.

 (fonte pagine Wilderness )

Sentieri e Aree Attrezzate               

      CAPOZZOLA 2                           

  • Aree montane del Monte Maggiore: le aree montane di Capozzola, Riella, Fosso della Neve, sono luoghi ideali per la sosta ed il ristoro. Dotate di attrezzature per il pic nic, in un contesto naturale suggestivo e panoramico consentono di trascorrere dei momenti di riposo e svago.
  • Monte Castellone: area panoramica di grande interesse e suggestione, la cui vetta è un luogo votivo per la presenza di una croce e di una piccola cappella che hanno visto la luce di recente, a seguito di un intervento di risistemazione a cura d fedeli locali e baif della Comunità Montana del Monte Maggiore. La posizione di questo luogo, al cospetto di un panorama mozzafiato che spazia dalle vette degli Abruzzi a quello degli Appennini molisani e campani, rende la vista un momento di contemplazione e riflessione profonda. Di notte una luce ricorda la presenza di questo sito.
  • WhatsApp Image 2023 04 04 at 22.55.22         339450170 735055595005273 214890616403961962 n   CAPOZZOLA
  • Eremo di Frate Janne: situato a 950 metri sul livello del mare, secondo la tradizione, venne costruito nel XIV secolo da frate Giovanni, comunemente chiamato Fradejanne, un monaco eremita francese trasferitosi insieme agli angioini, per permettere ai carbonai che lavoravano sulla montagna di poter partecipare alla messa domenicale. La cappella venne restaurata nel 1986. si affaccia sulla piana di Pietramelara, con punti di osservazione sulla piana del Medio Volturno ed in lontananza, con scorci sul castello di Roccaromana e sulle vette del Matese. Lo si raggiunge percorrendo antichissimi sentieri e mulattiere che profumano di erbe selvatiche, di storie contadine, di processioni centenarie, di arrampicate sulle rocce che si innalzano nel bosco. L’ascesa può avere inizio dalla località Croce di Rocchetta, borgo da tempo disabitato (575 metri s.l.m.) percorrendo il sentiero che porta all’Eremo e all’omonimo santuario-monastero di San Salvatore (857 metri s.l.m.), ove si può ammirare il panorama del Golfo di Napoli, del Vesuvio, del litorale di Gaeta e svoltando a sinistra, dopo circa 30 minuti di impegnativo cammino, si arriva alla cappella della Madonna di Fradejannne e può avere inizio anche dalla località “Fosso della Neve” (Comune di Pietramelara) sulla strada Pietramelara-Rocchetta, percorrendo un sentiero in costante salita, completamente immerso nella folta vegetazione del lato nord del Monte, primo incanto nel passaggio per la valle del Trabucco con la caratteristica faggeta depressa. Dopo alcuni passaggi impervi tra rocce ci si trova al cospetto della vetusta cappella edificata nel 1300 circa. La struttura, una piccola chiesetta, restaurata nel 1986, è stata sempre una cappella devozionale, situata sul versante settentrionale del Monte Maggiore che rappresenta un’ulteriore ricerca spirituale praticata in questi luoghi dai monaci nel medioevo. Qui Frate Giovanni, monaco eremita francese, di nome Jean, detto Fradejanne, venuto con gli angioini, si stabilì nella zona per dare conforto spirituale alle numerose famiglie di carbonai che la popolavano e permise ai carbonai della montagna di adempiere il precetto della messa domenicale, costruendo, intorno al 1300, la cappella dove si venera la sacra immagine della Madonna di Fradejanne, denominata dai fedeli con il suo nome. Il panorama che offre l’Eremo, costruito su speroni di roccia a strapiombo, il silenzio delle cime del Massiccio del Monte Maggiore e il profilo elegante dei nibbi che si liberano in volo, consentono ancora oggi ai fedeli, ai visitatori e agli escursionisti di ritornare indietro nel tempo e immergersi nella contemplazione della natura. Non resta che visitare/rivisitare/scoprire quest’angolo del Paradiso avvolto nel silenzio dell’incontaminato Monte Maggiore.
  • Eremo di San Salvatore: Il monastero fu edificato intorno all'anno 1000 dagli stessi monaci benedettini dipendenti dall'abbazia benedettina del Santissimo Salvatore di San Salvatore Telesino. Nel 1098, secondo la tradizione, al suo interno soggiornò Anselmo d'Aosta per sfuggire agli attacchi normanni contro Capua e qui compose parte del Cur Deus homo; a testimonianza del soggiorno presso il monastero il suo accompagnatore Eadmero di Canterbury scrisse: «La nostra dimora era situata nella sommità dei monti, libera dal tumulto delle folle come se si fosse nel deserto»                                                                             
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Nel 1301 papa Bonifacio VIII affidò le cure del monastero al vescovo Enrico, a conferma che questo era ancora in uso; nel 1538 invece, il vescovo Maranta affermò che non era abitato in quanto difficoltoso da raggiungere e che tutte le celebrazioni erano state spostate alla chiesa della Santissima Annunziata: tuttavia annualmente veniva svolto un pellegrinaggio verso l'eremo.

Nel 1456 un terremoto provocò danni e crolli alla struttura: fu a seguito di questo evento che l'ingresso venne spostato dal centro al lato destro. Al tempo della seconda guerra mondiale fu utilizzato come rifugio da alcuni soldati, mentre, nel 1945, al termine del conflitto, l'altare maggiore fu restaurato. Lavori di recupero si tennero tra gli anni 1970 e 1980[2]. L'eremo di San Salvatore, posto nelle vicinanze dell'eremo di Frate Janne, si trova sul monte Maggiore, a un'altezza di 857 metri. Pensato come un monastero-fortezza, in modo da proteggere i monaci da eventuali incursioni, è posizionato con tre lati a picco sul costone della montagna mentre quello ad ovest è l'unico a poter fungere da ingresso, protetto da un alto muro di cinta. La struttura è composta su tre livelli, ossia la cripta, nella quale durante i restauri della fine del XX secolo furono ritrovate le ossa di alcuni corpi, la chiesa e un piano abitabile: in origine era presente un quarto livello, ossia il dormitorio, andato perduto. La facciata della chiesa presenta un portale tipico del XV secolo in tufo grigio: l'interno, illuminato da due finestre, è a navata unica, diviso in quattro campate tramite delle volte a crociera che poggiano su sottili pilastri; sull'altare maggiore, rivestito in marmo, è posta la statua del Salvatore, mentre nell'abside si conserva il sedile dell'abate. La chiesa è dotata di un campanile

 

 

Mount Maggiore - Trails and Equipped Areas

 Monte Maggiore is one of the few areas left wild in the province of Caserta. Spectacular is the long creek that, like a “terrasse” on the valley of the Volturno River, slides between creeks and plateaux for more than ten kilometers, and that ranges from the peaks above Riardo to those that descend south over the lands of Liberi and Dragoni.

   

Under the cradle extends the long unspoiled northern slope of the mountain, dense with forests and engraved by valleys, valley rails and slopes that make it one of the most beautiful landscapes enjoyable by travelers who head south following the Autostrada del Sole.

 Along the cliff stands the Pizzo di S. Salvatore (1023 m), the Pizzo of Madama Marta (963 m) and Mount Caesar (742 m s.l.m.).

 

For the geographical position of the mountain is interesting its floristic appearance, although largely still to be studied, characterized by elements of both sub-mountain climate and purely Mediterranean climate; emblematic are the presence of the Faggio (a beautiful forest of high fust that vegetates at an unusual height for the species and even only 25 km in the airline from the Tyrrhenian coast), and the Leccio, representing the two opposite phytoclimatic situations.

 With the exclusion of the populations of Faggio and Leccio, the forests are made up of a large prevalence of Carpino nero, part in ceduo and part in ageing and now naturally started at the high fuste; other forest species present are the Orniello, the Cerro, the Roverella, the Opalo steel, the Castagno, the Olmo, the Carpin bianco and the Tiglio.

 In older forests these species are present with specimens of considerable size and height (especially the Tiglio, the Olmo, the Carpino bianco and the Faggio).

 At the lower quotas are also present extensive populations of Carpinella. Forest species of great interest such as the Falso Pistacchio or Bossolo (Staphylea pinnata) and Lobeli steel (Acer lobelii) have been discovered in more places than the valleys. Among the interesting species of the Mediterranean spot or arid prairies are: the Corbezzolo, the Erica da scope (among the few signs of Campania), the Lauro tino (Viburnum tinus) and the rare Cisto with sexyl leaves. (Cistus albidus).

 Precious is also the faunistic aspect, due to the presence of several rare species, such as the Wild Cat, the Imperial Crow, the Astor and the Pilgrim Falcon.

There may also be the Lanario, the Istrice, the Capriolo, the Wolf and the Common Testuggine. Among the environmental characteristics of this mountain is also that of being the pool for the collection and maintenance of the aquifera shell from which then, more to the west, on the other side of the mountain, the famous and ancient hydromineral springs known as “Ferrarelle”.